Italia condannata per i fatti di Genova dalla Corte Europea. La decisione è nota anche all’opinione pubblica; spetteranno 45.000 € al ricorrente (un uomo di 65 anni) incappato nelle violenze della Caserma Diaz ; vari sono stati i profili di fondatezza del ricorso : a)la violenza subita dal ricorrente integra gli estremi di una vera e propria tortura ai sensi dell’art. 3 CEDU b)lo Stato italiano non ha offerto alcun ristoro al ricorrente che incarna in pieno lo status di vittima della violazione ai sensi dell’art. 34 CEDU; c) l’italia non ha fatto quello che doveva per accertare, ex art. 3 CEDU, i casi sospetti di tortura (e questo lo era); d) anche se la magistratura, con le sue risorse, ha fatto il possibile, tuttavia, la polizia italiana non ha cooperato nell’identificazione degli agenti e degli ufficiali che materialmente eseguirono le violenze; e) il Governo italiano non è stato in grado di fornire informazioni alla Corte circa la (doverosa) sospensione del servizio dei responsabili delle torture; f) soprattutto: manca una norma di riferimento, perché con quelle che ci sono (ad es percosse, lesioni, abuso d’ufficio etc..) i responsabili hanno potuto beneficiare della prescrizione (Corte EDU, IV sez., sent. 7 aprile 2015, Cestaro c. Italia, ric. n. 6884/11)
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