Un medico svolge l’attività intra moenia in un ospedale riscuotendo il suo corrispettivo dai clienti, senza rilasciargli fattura e senza rilasciare all’ospedale la sua quota, ex lege prevista, e viene condannato per peculato, ma la Cassazione annulla con rinvio : i giudici della Corte d’appello hanno sbagliato perché quei soldi gli erano stati affidati dai pazienti, che quindi avrebbero errato nel non pagare allo sportello ASL, pertanto egli non aveva disponibilità di denaro “lecito”, manca dunque un elemento del fatto tipico, semmai avrebbe potuto trattarsi di abuso d’ufficio ; il peculato si basa sul fatto che un soggetto si appropria di danaro che gli perviene in base alla mansione, occasionale o periodica da lui ricoperta, ma sempre per via “istituzionale”, invece stavolta quel danaro gli è stato illegittimamente “affidato” quindi in tal caso le condotte appropriative non trovano la loro “causa” nella ragione funzionale, ma ne rappresentano una palese violazione, costituendo l’occasione stessa della materiale apprensione della res (Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 35988/15; depositata il 4 settembre)
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