Donna condannata perché ha messo in commercio dei profumi con la dicitura “falsi d’autore”: il reato è configurabile anche se il compratore sia stato messo a conoscenza dallo stesso venditore della non autenticità del marchio. (In applicazione del principio, la S.C. ha ritenuto che la configurabilità del reato di cui all’art. 474 cod. pen. non era esclusa, nel caso di specie, dalla presenza di locandine che avvertivano della falsità del prodotto offerto in vendita, sulla cui confezione – che riproduceva i marchi originali – figurava la scrittura “falso d’autore”). (tra tutte cfr Sez. 2, n. 28423 del 27/04/2012 – dep. 16/07/2012, Fabbri e altri, Rv. 253417).(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 24516/15; depositata il 9 giugno)
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