Al figlio dell’indagato vengono sequestrati alcuni veicoli e motocicli, nonchè un conto corrente a lui formalmente intestato, ma va annullato perché occorre dimostrare la costante disponibilità dei beni da parte dell’indagato , ciò al di fuori della presunzione di illecita accumulazione patrimoniale riservata dalla L. n. 575 del 1965, art. 2 ter, al proposto, difatti :<< In relazione alle doglianze avanzate dal ricorrente deve innanzi tutto rammentarsi come ai fini della confisca di beni intestati a terzi correlati all’applicazione di misure di prevenzione incombe sull’accusa l’onere di dimostrare rigorosamente, sulla base di elementi fattuali, connotati dai requisiti della gravità, precisione e concordanza, l’esistenza di situazioni che avallino concretamente l’ipotesi del carattere puramente formale di detta intestazione, e, corrispondentemente, del permanere della disponibilità dei beni nella effettiva ed autonoma disponibilità di fatto del proposto (ex multis Sez. 2, n. 6977 del 9 febbraio 2011, Battaglia e altri, Rv. 249364). Per altro verso si è costantemente evidenziato come il concetto di disponibilità indiretta da parte del proposto evocato dalla L. n. 575 del 1965, art. 2 ter, non può ritenersi limitato alla mera relazione naturalistica o di fatto con il bene, ma va esteso, al pari della nozione civilistica del possesso, a tutte quelle situazioni nelle quali il bene stesso ricada nella sfera degli interessi economici del prevenuto, ancorchè il medesimo eserciti il proprio potere su di esso per il tramite di altri (ex multis Sez. 1, n. 6613 del 17 gennaio 2008, Carvelli e altri, Rv. 239359).>>(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 42605/15; depositata il 22 ottobre)
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